La medicina estetica dopo il Covid
Come è cambiato l’approccio

Già dal lockdown ci siamo accorti che il rapporto delle persone con la propria immagine stava cambiando.
Ciò è dipeso, fondamentalmente, dalle nuove esigenze pratiche nella quotidianità della maggior parte di noi: in molti si sono ritrovati ad interagire con il resto del mondo attraverso uno schermo, per cui tutta l’attenzione degli sguardi si concentrava obbligatoriamente sul viso.
Sono ormai famose le video call con trucco e parrucco perfetto, giacche e cravatte inappuntabili abbinati a pantaloni del pigiama e ciabatte!
Questa situazione così anomala ha portato inevitabilmente a focalizzarsi sull’aspetto di ciò che veniva mostrato agli altri, con in più l’aggravante che spesso le webcam, così come gli schermi di PC e smartphone, sono stati davvero inclementi, mettendo in risalto anche difetti mai notati prima o persino inesistenti.
Il tutto condito da un mood generale di ansia e mancanza di serenità, per cui è facile capire perché ogni minima preoccupazione potesse diventate un problema.

È stato proprio nel periodo immediatamente successivo al Covid che si è registrato un grande incremento di richieste di trattamenti dedicati alla bellezza del volto, perlopiù mininvasivi: dopo esserci abituati ad avere occhi, naso, labbra, fronte, mento, zigomi e guance sempre sotto la lente di ingrandimento, appena è stato possibile si è cercato di correre ai ripari.

Adesso, però, possiamo dire che non si trattava solamente di porre rimedio a ciò che non ci piaceva vedere; forse si trattava di qualcosa di più.
In un momento di grande incertezza e ansia per il presente e per il futuro, prendersi cura di sé era una esplicita ricerca di stabilità, di rinnovata fiducia in sé stessi, e una ricerca di un benessere che per tanti motivi facevamo fatica a trovare, vuoi per la paura del contagio, vuoi per la sofferenza psicologia dovuta all’isolamento.

Quello che colpisce attualmente è che questo sentire non è cambiato: dopo il Covid, infatti, l’approccio con la medicina estetica è diverso dal passato.
Quindi, ci si rivolge al medico estetico non più solo alla ricerca della bellezza fine a sé stessa e ad ogni costo, ma per raggiungere un’immagine di sé che contribuisca a far raggiungere la serenità e il benessere interiore; meno interventi chirurgici decisivi, che cambiano profondamente l’immagine e più interventi mininvasivi per conservare e valorizzare senza stravolgere.

Anche il rapporto con il medico estetico è cambiato: sin dai primi mesi successivi al lockdown, i pazienti hanno messo al primo posto delle loro esigenze la fiducia nel professionista a cui si affidavano e nella struttura.
Dopo aver vissuto quei mesi difficili, i pazienti sentivano la necessità di parlare, confrontarsi, farsi conoscere e conoscere il medico che avevano davanti. Questo ha fatto sì che durante le visite non si puntasse più solo al risultato finale: “vado dal medico estetico e voglio uscire con la bocca così o il naso così”. Tutt’altro: una seduta è diventata un vero e proprio processo di consulenza, dove prima del trattamento si crea un percorso dedicato, personalizzato, che fa sentire il paziente al centro, ascoltato e capito e che, infine, giova moltissimo poi alla buona riuscita del trattamento stesso e alla soddisfazione del paziente.

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